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 La riflessione sull’eutanasia veterinaria si sposa con una nuova visione della professione, “sensibile e coerente con il mutamento sociale del rapporto uomo – animale”. Se ne è parlato al Consiglio Nazionale FNOVI di domenica scorsa con gli interventi di Carla Bernasconi, Vice Presidente, della giurista Francesca Rescigno e della filosofa Barbara De Mori. Il codice deontologico non ha un articolo che parli espressamente di eutanasia, ma offre il punto di partenza per un approfondimento bioetico che non può più essere rinviato. Secondo Carla Bernasconi per ora “non ci sono soluzioni, solo proposte, dubbi, spunti di riflessione. Non sarà un percorso agevole ma siamo orgogliosi di averlo iniziato e di avere avuto tanti riscontri di partecipazione e di condivisione da parte dei colleghi”. Per la FNOVI, uno dei primi traguardi da raggiungere in tempi brevi è l’introduzione di un articolo dedicato alla eutanasia nel codice deontologico. Il problema non investe solo i medici veterinari che si occupano di animali d’affezione: investe tutta la categoria, da chi si occupa di animali da reddito destinati all’alimentazione dell’uomo a chi si occupa di tutela della salute pubblica. La professione è chiamata ad una crescita culturale che non può essere procrastinata e che viene richiesta da una parte consistente di colleghi. Per la FNOVI sono maturi i tempi per affrontare questo tema dal punto di vista etico e deontologico ancor prima che legislativo.

TRATTO DA: @nmvioggi  01-12-2009

  “Quella che può sembrare una crudeltà nei confronti degli animali, mi riferisco nella fattispecie agli ausiliari per la caccia, è in realtà un atto di amore per gli animali. Quando si chiede l’amputazione della coda ciò avviene solo nell’interesse dell’animale, e ne spiego in poche parole la ragione: alcune tipologie di cani da caccia impiegati nella caccia nella macchia mediterranea molto spesso, esercitando il loro compito di ausiliari, si feriscono proprio alla coda, che poi va in cancrena. Intervenire, amputando la coda per alcune specie di cani da caccia è quindi nell’esclusivo interesse degli animali, anche perché quando si esegue questa operazione su un animale cucciolo i danni ed il dolore sono di gran lunga inferiori”. Così l’On Stefano Stefani in Aula stamattina durante la discussione per l’approvazione del Ddl di ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. Il testo è approdato in Aula modificato all’articolo 3 dalla Commissione Giustizia: malgrado il parere contrario del Sottosegretario Martini, la Commissione ha sottratto alla fattispecie penale il taglio della coda e delle orecchie (e le mutilazioni elencate nella Convenzione) quando eseguito da un medico veterinario per ragioni anche non terapeutiche. Favorevole, come altri, l’On Gabriele Cimadoro, allevatore, che ha ricordato ” in Italia, abbiamo raggiunto certi standard di qualità .Abbiamo 120-130 mila iscritti all’ENCI, allevatori e non, gente che cura la bellezza, il carattere, il fisico di questi animali. Abbiamo raggiunto standard di qualità superiori addirittura ai Paesi dove sono nati i cani, sia continentali, mi riferisco ai breton e ad altre razze, sia inglesi, setter e altri. Abbiamo raggiunto standard superiori agli stessi Paesi di origine. Credo che se il problema è la coda, se il problema è l’età, considerato che oggi siamo nell’epoca della chirurgia plastica, che le donne si sottopongono a interventi chirurgici e gli uomini si fanno tagliare il naso e si fanno togliere di tutto, noi non consentiamo quello che quasi naturalmente accade presso gli allevatori o negli allevamenti. Ma accade da cinquant’anni”. “Non credo – ha aggiunto Cimadoro, fra gli applausi dei Deputati dell’Italia dei Valori- che sia più drammatico o più cruento il fatto che un animale venga castrato piuttosto che gli venga tagliata la coda. La sensibilità femminile su questo dovrebbe essere la prima ad essere d’accordo con noi. È peggio castrare un animale, maschio o femmina che sia, o peggio tagliargli la coda? Questa è la domanda”. L’On Gianni Mancuso ha preso la parola per sostenere la formulazione originaria del Ddl, come proposto dal Governo: l’ amputazione non è reato penale solo se consiste in un intervento terapeutico a cura del medico veterinario. Il dibattito è in corso fra i Deputati. I relatori e il Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica, dopo la discussione sulle linee generali del provvedimento.

TRATTO DA: @nmvioggi –  12-11-2009

Il Ddl: “Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno” inizia domani l’iter in Commissione Affari Sociali. Relatore l’On Gianni Mancuso.

Il disegno di legge sanziona condotte già vietate ma non sanzionate dalle ordinanze contingibili e urgenti concernenti la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani (divieto di interventi chirurgici non finalizzati a scopi curativi e non eseguiti con modalità certificate da un medico veterinario, con particolare riferimento alla recisione delle corde vocali, taglio delle orecchie e taglio della coda), prevedendo, in particolare, l’applicazione della sanzione penale della reclusione o della multa, attraverso la configurazione di tali condotte come condotta di maltrattamento punita ai sensi dell’articolo 544-ter del codice penale, rubricato « maltrattamento di animali ».

Lo stesso disegno di legge prevede un’ulteriore sanzione penale non prevista nella nostra normativa, relativa alla condotta del traffico illegale di animali da compagnia.

Sono previste, inoltre, sanzioni amministrative pecuniarie e accessorie per l’introduzione illecita nel territorio nazionale di animali da compagnia.

TRATTO DA:  @nmvioggi – 02-11-2009

 Il Comune di Torino non ha attivato alcuna “mutua” per gli animali. Interessata dall’Anmvi, la Direzione Sostenibilità Ambientale e Tutela Animale ha chiarito i termini di un servizio sociale destinato a cani di proprietà ospitati nel canile municipale. Sotto la spessa coltre dell’enfasi demagogica e della disinformazione, c’è un progetto di ben altra portata, addirittura risalente al 2001 (Deliberazione del Consiglio Comunale della Città di Torino, 3 Febbraio 2001) che alle attività gestionali di cattura, mantenimento, cura e custodia degli animali catturati affianca l’esenzione dalle spese per proprietari segnalati dai Servizi Sociali che versano in condizioni di grave disagio e che non possono più convivere con il proprio animale o prendersene cura. La delibera comunale parla di “casi di accertata difficoltà economica e gravi situazioni di disagio, previ gli opportuni accertamenti e controlli d’ufficio, di soggetti proprietari di animali ricoverati temporaneamente in canile a seguito di: sfratti – sgomberi – ricoveri presso Ospedali o case di cura – ricoveri presso comunità di recupero o reparti psichiatrici – detenzione presso Case Circondariali o Istituti penitenziali – sequestri giudiziari dal giorno successivo al provvedimento di dissequestro – stato di fermo per accertamenti di Polizia, e altre eventuali situazioni di necessità ad insindacabile giudizio dell’Amministrazione”. Si tratta di circa 50/60 cani, il cui accoglimento in canile dovrebbe essere temporaneo, ma che di fatto, diventa quasi sempre permanente non solo per l’irreversibilità del disagio sociale in cui versano i proprietari, ma anche per la difficoltà di adozione dei soggetti ospitati e per la scarsa propensione dei proprietari a concedere definitivamente la liberatoria per l’adozione, con conseguenti risvolti sul piano socio-affettivo. Le prestazioni di base che questi animali ricevono sono prestate dall’associazione protezionistica che si è aggiudicata la gara d’appalto a luglio del 2009, per il tramite dei veterinari da questa indicati. (Capitolato speciale d’appalto per la gestione dei canili e dei gattili municipali, del servizio di cattura degli animali vaganti e di raccolta delle spoglie animali sul territorio cittadino 1 luglio 2009 – 30 giugno 2012). I Servizi Sociali del Comune di Torino hanno registrato un aumento dei proprietari gravemente disagiati e la permanenza di questi animali nelle strutture ha come conseguenza il sovraffollamento (circa 200 cani nel canile municipale e 80 nel canile sanitario secondo gli uffici comunali) e per le casse comunali (che già spendono 1 milione e 200 mila euro per il canile) un notevole aggravio di spesa. Il Comune sta valutando, anche alla luce delle recenti ordinanze ministeriali, di introdurre una serie di iniziative per fronteggiare il randagismo canino e felino e altre ipotesi di “veterinaria sociale”. Sono allo studio iniziative per la microchippatura agevolata, l’affido consapevole (con il contributo della medicina veterinaria comportamentale) e altre ipotesi di assistenza agevolata che saranno esplorate con le rappresentanze veterinarie del territorio. Il Comune ha già dato la disponibilità all’Ordine dei Medici Veterinari di Torino e all’Anmvi Piemonte per uno studio di fattibilità del progetto “Leavet” nella città della Mole e per replicare l’esperienza dell’identificazione canina agevolata condotta, con risultati apprezzabili, nella Regione Lazio. Al quotidiano La Stampa, Anmvi Piemonte e l’Ordine dei Veterinari di Torino hanno scritto lamentando “una superficiale e demagogica inclinazione a “fare notizia” sulla scia di un generico sentimento animalista che indirettamente attribuisce alla medicina veterinaria responsabilità economiche che questa non ha”. I rispettivi presidenti, Maurizio Alliani e Cesare Pierbattisti, annotano che i provvedimenti adottati dal Comune non hanno “alcuna connessione con la recessione economica, ma attengono a problematiche socio-assistenziali e di sanità pubblica. E’ del tutto arbitrario il parallelo giornalistico con l’attuale congiuntura economica: l’iniziativa del Comune di Torino risale addirittura a deliberazioni del 2001”. “Chi scrive – concludono i presidenti- sta lavorando con l’Amministrazione comunale (regionale e ministeriale) per proporre l’erogazione di livelli essenziali di assistenza veterinaria per indirizzare il rapporto uomo-animale verso regole e principi di legalità, di civiltà e di solidarietà sociale. Questo impegno è già una realtà in molti Comuni, Regioni e Provincie Italiane”. Allegato Dimensione

DELIBERA 13 FEBBRAIO 2001 COMUNE DI TORINO.pdf 26.04 KB

CAPITOLATO COMUNE DI TORINO.pdf 396.26 KB

C’E’ LA CRISI ARRIVA LA MUTUA.pdf 292.73 KB

INTERVISTA ALL’ASSESSORE TRICARICO.PDF 267.16 KB

TRATTO DA: @nmvioggi – 30-10-2009

  Una bambina di 2 anni è stata azzannata da un cane meticcio, di proprietà del nonno, nelle campagne di Cammarata, nell’Agrigentino. La piccola è stata trasportata all’ospedale Civico di Palermo con l’elisoccorso, poi trasferita a Villa Sofia dove é stata sottoposta ad un intervento chirurgico. Secondo i medici del reparto di chirurgia plastica, che si sono riservati la prognosi, la piccola non sarebbe tuttavia in pericolo di vita. La bambina, che vive in Toscana con i genitori, originari di Cammarata, era nell’agrigentino per le vacanze da alcuni giorni. Mentre giocava con il cane è stata aggredita. Il nonno è stato denunciato per omessa custodia di animale e lesioni colpose. Il cane è stato affidato in custodia al servizio veterinario della Asl. Il Pm della della Procura di Agrigento Maria Stefania Ferieri Caputi, che coordina l’inchiesta, ha interrogato i familiari della bambina, che vive a Pistoia con i genitori. Secondo una prima ricostruzione la piccola si è recata insieme ai genitori in casa dei nonni materni, dirigendosi subito verso il cane meticcio con il quale aveva giocato anche in altre occasioni. L’animale, per motivi che non sono ancora chiari, ha però avuto una reazione improvvisa, azzannando la bimba alla testa. Dopo un primo intervento dei medici del presidio territoriale di Cammarata, è stata trasferita d’urgenza a Palermo con un elicottero del 118. Il nonno della piccola, C.M. di 55 anni, dovrà adesso rispondere di omessa custodia di animale e lesioni colpose. Il cane viene tenuto in osservazione dal servizio veterinario della Asl.

TRATTO DA: @nmvioggi – 28-07-2009

”Abbandonare o maltrattare un animale e in particolare un cane che e’ animale d’affezione, e’ un reato punibile con l’arresto da 3 mesi ad un anno”. A ricordare le sanzioni previste dalla legge italiana e’ il sottosegretario alla Salute Francesca Martini intervenuta oggi a Uno Mattina per presentare un filmato realizzato per contrastare il fenomeno dell’abbandono e del conseguente randagismo. E proprio per aiutare le famiglie a vivere in armonia con i propri amici a quattro zampe anche il periodo delle vacanze sabato sara’ presentata una apposita guida realizzata in collaborazione con il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. ”Alla base del rapporto uomo-animale – ha ricordato Martini – ci deve essere il principio di responsabilità”. Di qui la spinta a realizzare il film che verra’ trasmesso nelle scuole ”con l’obiettivo – ribadisce il sottosegretario – di stimolare il processo di educazione e il dibattito soprattutto tra i giovani”, affinche’ siano consapevoli di cosa vuol dire accogliere in casa un animale. ”L’abbandono – conclude – mette in condizione disumana l’animale e crea uno choc nel bambino che si trova ad assistere alla scena. Non solo: mette a rischio l’incolumita’ pubblica dando origine a incidenti stradali e randagismo”. E restando in tema di vacanze, il sottosegretario al Welfare Francesca Martini chiede che i cani possano accedere a tratti di litorale. “E’ un segno di civilta’ e di rispetto’, cosi’ come ‘rendere fruibili le aree verdi nei centri urbani”- ha dichiarato ieri in occasione della conferenza di presentazione, alla Camera dei deputati, di due petizioni per garantire ‘spazi vitali’ ai cani: una per le citta’ e una per concedere l’accesso ai cani a litorali e spiagge. ”Fare in modo – aggiunge Martini – che soprattutto le citta’ costiere del nostro Paese si rendano piu’ accoglienti per i proprietari di animali, garantendo nuovi spazi, servizi e disponibilita’ significherebbe anche incentivare chi, per questa scelta di vita, e’ da sempre in difficolta’ nel periodo estivo”. Secondo il sottosegretario la presentazione di queste ”due importanti petizioni che mirano a assicurare spazi vitali ai nostri amici a quattro zampe e ai loro responsabili proprietari, e’ un importante segno di come la nostra cultura stia cambiando e di come le citta’ e i luoghi di vacanza possano e debbano essere interpreti di queste rinnovate esigenze”. Per questo, conclude Martini, ”auspico un partecipato coinvolgimento dei cittadini e un adeguato intervento delle istituzioni locali al fine del rapido e concreto perseguimento degli obiettivo”.

TRATTO DA: @nmvioggi – 08-07-2009

<!– –><!– –> “Non passa purtroppo settimana o addirittura giorno senza che arrivino notizie e segnalazioni di incredibili maltrattamenti, sevizie, avvelenamenti di massa di cani randagi o, nel peggiore dei casi, di aggressioni anche mortali agli stessi.” Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini commenta i casi di avvelenamento in Sicilia di cani vaganti sul territorio e non ospitati in appositi rifugi o canili, ricordando ai Sindaci, in un comunicato stampa, la nuova ordinanza ministeriale in materia di “esche killer” ed esortando l’avvio di “indagini per scoprire i delinquenti autori degli avvelenamenti”. ” Ho timore – dichiara il Sottosegretario- che qualcuno abbia pensato di risolvere il problema del randagismo non accudendo, raccogliendo, curando gli animali del territorio, ma uccidendoli tutti, come accade in alcuni paesi sottosviluppati”.

Il Sottosegretario chiede quindi all’Assessore regionale a “bacchettare” i sindaci inadempienti e conclude con una riflessione: ” dato che questi incivili atti vengono purtroppo compiuti da cittadini, sarebbe forse opportuno avviare un’opera di educazione e di informazione che, partendo dai primi anni di scuola, riesca finalmente a diffondere una cultura di rispetto dell’ambiente e di chi vi vive, compresi ovviamente gli animali. Ne parlerò con il Ministro Gelmini.”

TRATTO DA: @nmvioggi – 02-07-2009

L’On. Gianni Mancuso ha proposto al Governo un atto ispettivo “per dare un segnale forte all’esecutivo nazionale”, affinché “certe malsane pratiche vengano fermate per sempre”. Da anni, si legge nell’interrogazione, si assiste ad un rituale sotto che rischia di passare inosservato: camion, furgoni, alcune volte aerei, partono dal nostro Paese per località estere carichi di cani e gatti abbandonati ed in alcuni casi, anche sottratti ai legittimi proprietari”.

Adottati nel nostro Paese, gli animali ” appena passato il confine diventano oggetto di un commercio assai vantaggioso: la merce è pressoché gratuita all’origine (il prezzo che in Germania si chiama “tassa di protezione animale” come quella dei canili pubblici, ed è presentata come rimborso spese) si arriva sino a 350-400 euro per un meticcio qualunque”. Sulla questione l’Ente Nazionale Protezione Animali ha avviato una petizione.

L’interrogante chiede al Governo di “adottare un regime di stretta sorveglianza”, di “proporre l’affidamento dell’animale esclusivamente al soggetto interessato previa esibizione dei propri documenti” e di “adottare provvedimenti miranti l’accertamento della rintracciabilità del soggetto affidatario dell’animale”.

TRATTO DA: @nmvioggi – 01-07-2009

L’ordinanza del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini che, in tema di incolumita’ pubblica dall’aggresione dai cani, ha cancellato la black-list dei ‘cani cattivi’, non e’ palesemente irragionevole. E’ la motivazione con la quale la III sezione quater del Tar del Lazio, presieduta da Matrio Di Giuseppe, ha respinto la richiesta del Codacons di sospendere la parte del provvedimento governativo che ha cancellato la black-list e ha eliminato l’ obbligo di condurre i cani in luoghi aperti al pubblico sia con il guinzaglio che con la museruola. Per l’associazione di consumatori ”sono state tolte – si legge nel ricorso – le uniche due misure che concretamente avevano contribuito a ridurre drasticamente gli episodi di aggressioni nei luoghi aperti al pubblico”. Il Tar, nel respingere le richieste del Codacons, ha invece ritenuto che le censure proposte ”attengano ad aspetti di merito amministrativo – si legge nell’ordinanza – ovvero a scelte rientranti nella discrezionalita’ tecnica della pubblica amministrazione, basate su presupposti ed accertamenti tecnici, che disciplinano gli aspetti di prevenzione con modalita’ che tuttavia non appaiono palesemente irragionevoli”. (ANSA).

TRATTO DA: @nmvioggi – 25-06-2009

Sulla base di questa esigenza è nata nel 2007 a Milano la guida “Pets&TheCity, la città dalla parte degli animali”. L’edizione di quest’anno ha superato le 500mila copie e si è ampliata alle provincie di Milano, Torino, Genova e Firenze. La guida è distribuita gratuitamente presso le strutture veterinarie e i petshop.

Altra novità è la nascita di un portale di social networking: su www.petsandthecity.it si possono trovare informazioni per la cura degli animali, servizi, utili, occasioni di incontro, di discussione, ecc.Soprattutt, il sito consente di scaricare gratuitamente la guida dopo una registrazione.

L’ANMVI, sin dalla prima edizione, considerandone l’utilità, ha dato il suo patrocinio suggerendo alcuni temi prettamente veterinari. La guida, pubblicata dalla AG Editore, vuole essere utile al proprietario di animali con informazioni sugli aspetti di salute e di benessere dell’animale da compagnia, sulle norme e sui servizi cittadini, a partire dagli ambulatori veterinari.

Per il 2010 è prevista una diffusione che dovrebbe superare le 700mila copie allargandosi ad altre città: Roma, Bologna, Padova, Verona e Venezia.

TRATTO DA: @nmvioggi – 16-06-2009